L'azienda Mori Italian Factory Srl, www.morinox.it, desidera informare tutti i possessori di pentolame ICM che eventuali problemi qualitativi riscontrabili su pentole ICM prodotte prima del 2006 sono da imputare al precedente titolare del marchio, ossia l'azienda Industrie Casalinghi Mori.
Mori Italian Factory Srl ha infatti rilevato la titolarità del marchio ICM, ed effettivamente riavviato la produzione, solamente nel 2006 riscontrando un notevole successo sia in italia che sui principali mercati mondiali.
Ci teniamo a sottolineare che siamo attualmente in grado di garantire alla nostra Clientela i massimi livelli qualitativi e che qualsiasi difetto dovesse riscontrarsi su pentole di nostra produzione (ciascun pezzo riporta indicato il mese e l'anno di produzione) verrà coperto dalla garanzia totale da noi fornita.
A riprova dell'assoluto livello qualitativo offerto dal pentolame a marchio ICM sta il fatto che queste pentole sono state selezionate per il quinto anno consecutivo dai migliori chef italiani, come fornitore ufficiale della trasmissione La Prova del Cuoco.
L'acciaio inox
Per la costruzione dei prodotti in acciaio utilizziamo l'acciaio inossidabile AISI 304 (tipo 18/10), una lega composta da 18% di cromo, 10% di nichel e da una percentuale di carbonio non superiore allo 0,03%.
L'acciaio si definisce inossidabile per la sua resistenza alla corrosione, permessa dalla formazione a livello molecolare, sulla sua superficie, di una sottile pellicola di ossido di cromo costituita dalla combinazione del cromo, contenuto nell'acciaio, con l'ossigeno dell'aria.
Il nichel oltre a migliorare la resistenza alla corrosione aumenta considerevolmente la duttilità, ossia la proprietà di lasciarsi deformare permanentemente senza rompersi.
La resistenza alla corrosione dell'acciaio inossidabile, tuttavia, può essere ridotta da una qualsiasi causa esterna che impedisca la formazione della pellicola di ossido di cromo, in particolare dalla permanenza sulla sua superficie di materiali estranei quali residui di cibo, sali, etc.
Non è, quindi, corretto pensare che l'acciaio inossidabile sia indistruttibile e che non si corroda; la sua resistenza e durata è determinata sia dall'idonea scelta e lavorazione da parte del produttore sia dal corretto uso e manutenzione da parte del consumatore. Esistono, infatti, materiali e prodotti che, a contatto con l'acciaio inossidabile, producono una alterazione della superficie.
Tuttavia, seguendo opportune istruzioni d'uso e manutenzione, è possibile ovviare al manifestarsi di un qualsiasi inconveniente.
L'Acciaio
La produzione dell'acciaio inizia dalla fusione, in alto forno (un impianto a forma di torre troncoconica che raggiunge i trenta metri di altezza), del minerale di ferro, generalmente magnetite, proveniente dalle miniere dell'Alta Slesia (Polonia), Ruhr (Germania), Pennsylvania (U.S.A.), Isola d'Elba e Cogne in Italia.
Alla temperatura di 1200° C l'alto forno produce ghisa allo stato liquido che viene successivamente trasferita in appositi impianti, i convertitori Bessemer, i quali, mediante combustione e insufflando aria da numerosi ugelli, riducono il tenore di carbonio, trasformando così il bagno liquido da ghisa in acciaio.
Con opportune aggiunte di metalli si ottengono gli acciai speciali e tra questi gli inossidabili, che hanno particolare caratteristica di non farsi attaccare dagli ossidi (ruggine) in presenza di agenti chimici. I metalli più usati in lega per formare gli acciai inossidabili sono in prevalenza nichel e cromo in percentuali variabili in funzione dell'impiego, con l'aggiunta di piccole percentuali di rame e molibdeno.
Il bagno liquido, modificato con i metalli per formare la lega inossidabile, viene versato in apposite forme chiamate lingottiere, dalle quali, dopo il raffreddamento e la conseguente solidificazione, viene estratto il lingotto che, con opportune laminature, viene trasformato in fogli o profilati di varie forme.
L'acciaio inossidabile maggiormente impiegato nel settore dell'oggestica per la casa è di vari tipi:
La sigla AISI - la sigla normativa americana - American Institute Steel and Iron - ormai riconosciuta internazionalmente.
Consigli per il lavaggio
Si consiglia di lavare accuratamente il prodotto prima di ogni suo utilizzo, servendosi di detergenti appropriati per la pulizia a mano o in lavastoviglie.
Per i prodotti dorati, se lavati in lavastoviglie, si consiglia un programma di lavaggio max 50°. In lavastoviglie, per evitare la comparsa di piccole macchie di corrosione sui coltelli, mettere gli stessi in un cestello a parte e, dopo il lavaggio, asciugarli accuratamente. Non tenere in ammollo i coltelli con posate od altri oggetti metallici.
Nel caso in cui, a seguito del lavaggio in lavastoviglie, effettuato seguendo i consigli di lavaggio, dovessero comparire comunque piccole macchie nere sui coltelli, è necessario fare verificare, da un tecnico, la corretta messa a terra dell'impianto elettrico della vostra lavastoviglie.
Lavorazione delle posate
L'azienda acquista l'acciaio dalle acciaierie che lo forniscono in coil o in lastre (fogli) da 1x3 metri, in spessori variabili da 0,8 a 4 mm. Per le lavorazioni a freddo (vasellame e posate) oppure in barre tonde di diversi diametri per la lavorazione a caldo dei coltelli. Lavorazione delle postate (cucchiai e forchette) Viene impiegato acciaio inossidabile AISI 304 con una percentuale di nichel del 10% e di cromo del 18%.
La lavorazione viene detta a freddo perché tutte le deformazioni plastiche, cioè lo stiramento dei materiali, sono eseguite senza riscaldare il "pezzo". Mori Italian Factory utilizza per le posate lastre da 2 a 4 mm. di spessore.
E' intuibile che lo spessore più alto (per esempio le posate Ella e Geo da 4 mm.) dà più valore all'oggetto, sia perchè la lavorazione è più complessa, sia perchè il peso e, di conseguenza, il costo della materia prima aumentano notevolmente a vantaggio dell'estetica e della robustezza.
Per questo suggeriamo sempre di verificare lo spessore delle posate: ricordatelo ai vostri clienti!
Ciclo produttivo della lavorazione a freddo delle posate (esclusi i coltelli) da lastra o da coil:
Lavorazione del vasellame
Viene impiegato acciaio inox 18/10 (AISI 304) in lastre di spessore variabile da 0,8 a 1,2 mm., ordinate all'acciaieria specificando l'utilizzo "per vasellame" perchè le lastre devono avere una superficie esente da puntinature ed altri difetti estetici.
Tutte le deformazioni plastiche per ottenere le forme desiderate vengono eseguite a freddo, interponendo, tra gli stampi e le lastre da stampare, una sottile pellicola lubrificante per evitare rigature sulle superfici.
Ciclo produttivo del vasellame, per esempio il vassoio modello Bombè:
Una curiosità: l'acciaio AISI 304 18/10 non è attirato dalla calamita, mentre l'AISI 420 18/C viene magnetizzato: provare per credere!
Viene impiegato acciaio inox 18/10 (AISI 304), in dischi con spessore da 1,5 mm., specifico per profondo stampaggio, per il corpo della pentola, dischi di alluminio con spessore da 3 mm per il fondo e acciaio inox 18/C (AISI 430) per il coprifondo.
Tutte le deformazioni plastiche per ottenere il corpo cilindrico della pentola, vengono eseguite, così come per il vasellame, a freddo, esercitando una pressione statica ed interponendo tra gli stampi ed i dischi da stampare una sottile pellicola di lubrificante per evitare rigature sulla superficie.
Ciclo produttivo:
Una curiosità: Il fondo in acciaio inox 18/C (AISI 430) fa si che le pentole possano essere usate anche con i fornelli ad induzione.
Viene impiegato alluminio specifico per pentolame da rivestire con antiaderente in dischi o lastre con spessore da 3,5 mm., adatto al contatto con alimenti.
Anche per le pentole in alluminio, tutte le deformazioni plastiche avvengono a freddo ed interponendo tra gli stampi ed i dischi da stampare una sottile pellicola di lubrificante per evitare rigature sulla superficie.
Ciclo produttivo: